Città Museale di Porta Portese: intervento di rigenerazione urbana per il cittadino ed il turista
di Antonio Scirocchi e Daniele Tricarico
Dottori in Progettazione Architettonica
Lo studio che ha condotto la redazione della tesi di laurea magistrale in Progettazione Architettonica “Città Museale di Porta Portese” è iniziato analizzando una delle tante aree della città di Roma utilizzate in modo improprio; ovvero una di quelle progettate per assolvere ad un determinato scopo ma che per motivi storici, politici e culturali nel tempo è stata utilizzata dalla società in modo del tutto diverso. In particolare lo studio si è occupato dell’area di 14 ettari che si estende tra Porta Portese ed il Clivo Portuense.
Questa tipologia di spazi a volte assume una nuova destinazione d’uso per volere progettuale, come l’ex mattatoio di Testaccio trasformato dopo un lungo abbandono in un polo culturale per la città, ed altre volte per incuria nella gestione dello spazio pubblico come ne è esempio proprio l’area presa in esame.
Infatti questa zona sin dalle origini ha vissuto a stretto contatto con il fiume Tevere poiché qui le prime popolazioni che vivevano sui sette colli incontravano gli altri popoli per commerciare. Questo perché la parte del fiume che va dall’isola Tiberina al Foro Boario era l’unica guadabile. Nel tempo sulla sponda opposta del Tevere rispetto a quella del Clivo Portuense fu realizzato il primo grande porto commerciale di Roma l’Emporium e parte dei sui magazzini di stoccaggio, per le materie che giungevano a Roma tramite imbarcazioni che risalivano il fiume da Ostia, era collocati nell’area prospicente all’attuale Porta Portese. A partire dalla caduta dell’Impero romano, quest’area divenne centro dell’attività commerciale poiché la sponda sinistra era più comoda come attracco per i pellegrini diretti a San Pietro.
Sotto papa Urbano VIII fu consolidata la funzione di porto sulla sponda del Clivio Portuense con la realizzazione del porto di Ripa Grande nel 1643 situato all’interno delle mura Gianicolensi, costruite insieme ad esso, e quindi all’interno anche della nuova Porta Portese. Fuori dalle mura e quindi prima della dogana del porto, nel 1715, papa Clemente XI commissionò la realizzazione del complesso dell’arsenale pontificio per lo stoccaggio delle materie prime, non soggette a dazio per la realizzazione di San Pietro.
L’area che da sempre aveva vissuto a stretto contatto con il fiume ed aveva fatto di questo la sua economia ne fu inesorabilmente divisa con la realizzazione dei muraglioni nel 1876 progettati dall’architetto Rodolfo Canevari per proteggere Roma delle frequenti esondazioni.
Da allora la zona di Porta Portese cadde in un lento e inesorabile stato di declino ed abbandono favorito anche da una cattiva programmazione e gestione del territorio locale; infatti tutti i piani regolatori di Roma redatti dai primi del ‘900 al 2008 individuano questa area come zona dove ospitare servizi urbani di grande ingombro. Qui sono state realizzate le rimesse dell’ATAC (Azienda per i Trasporti Autoferrotranviari del Comune di Roma), nel 1922, e quella della polizia di Roma Capitale, nel primo dopoguerra all’interno dell’hangar per l’idrovolante di Benito Mussolini che prima era collocato sul lago di Bracciano, il IV collettore dello scarico fognante di Roma, il deposito dei mezzi della nettezza urbana, vivai ed autodemolizioni.
L’area di Porta Portese e del Clivo Portuense si presenta oggi come una realtà del tutto tagliata fuori dalle dinamiche urbane della città, un patchwork di edifici industriali dismessi collegati tra loro da strade sovradimensionate per il volume di traffico che le percorrono. Inoltre la speculazione edilizia romana degli anni ’50-’60 del 900 ha portato alla costruzione, tra le antiche corderie portuali ed il sedime, in disuso, dei binari della dismessa stazione Trastevere, di complessi residenziali privi di aree pubbliche di supporto.
L’area, che si trova tra il folkloristico quartiere Trastevere e il caotico quartiere Marconi, durante la settimana sembra essere quasi disabitata ed a stento si vedono persone passeggiare ed auto percorrere le inutili “autostrade” che la attraversano.
Un’area fatta di controsensi, infatti se pur godendo di una ottima rete di infrastrutture urbana, al contrario di molte altre zone di Roma, questa non è per niente vissuta dalla popolazione, è costellata di emergenze architettoniche di pregio, soprattutto di archeologia industriale, che invece di essere valorizzate versano in uno stato di totale degrado. Ma la più grande stranezza del Clivo Portuense è quella di sorgere a pochi metri dal Tevere e di non avere alcun contatto visivo con questo a causa delle baracche, sorte lungo via Portuense, che impediscono la vista del fiume a chi si trova per strada o ai piani più bassi delle poche residenze che qui si affacciano.
Tuttavia la zona di Porta Portese una volta a settimana cambia radicalmente volto e tutte quelle strade che durante gli altri giorni sembrano essere troppo grandi, a stento la domenica riescono a contenere il flusso di persone che visitano il celebre mercato delle pulci che prende il nome proprio dalla porta. Infatti nell’ultimo dopoguerra, nello spiazzo di fronte Porta Portese, iniziò ad organizzarsi il tradizionale ed oramai conosciutissimo mercato rionale di Porta Portese, sorto sulla scia di quelli che si tenevano anticamente a piazza della Cancelleria e a Tor di Nona. Inoltre nel tempo sono stati realizzati anche degli stand fissi del mercato, costituiti da baracche di lamiera lungo la via Portuense, al di sopra del sedime abbandonato della ferrovia di Trastevere. Queste impediscono gran parte dei collegamenti trasversali tra viale Trastevere e via Portuense perché ostruiscono lo sbocco delle strade su quest’ultima.
Proprio per questi motivi a partire dal piano regolatore redatto dal comune nel 2008 l’area estesa tra il Clivio Portuense e Porta Portese è stata individuata come area da valorizzare e dalle forti potenzialità di recupero.
Ma già a partire dal 2001 il complesso dell’ex Arsenale Pontifico è stato candidato ad ospitare diverse iniziative culturali, come l’accogliere la mostra sull’armeria Odescalchi, un museo Antropologico sul Tevere e la fondazione Zeffirelli, senza mai accoglierne una.
La rimessa dell’ATAC, invece, nel 2009, dopo l’acquisto di 60 bus elettrici, è stata trasformata nel centro di raccolta e ricarica del parco mezzi ecologico della città. Tuttavia dall’anno seguente la sua inaugurazione è stato abbandonato a seguito di un incendio che ha reso inagibile il primo piano di questo dove sono posti gli impianti di ricarica dei mezzi e quindi rendendo questi inutilizzabili.
Nel 2012 la Regione Lazio ha ottenuto dall’Unione Europea un finanziamento di 8.865.388,50 milioni di euro, rispetto ad un importo di progetto pari a 11.115.388,50 milioni di euro, per la riqualificazione dell’area di Porta Portese con il piano P.L.U.S. (Piano Locale Urbano di Sviluppo). Questo piano prevedeva una serie di interventi integrati tra loro comprendendo la riqualificazione dell’edificio pubblico dell’ex GIL, la risistemazione del mercato domenicale di Porta Portese e il miglioramento della qualità della mobilità urbana, in particolar modo ridisegnando la sezione stradale di via Portuense.
Ad eccezione della riqualificazione dell’ex GIL e la risistemazione di via Portuense, con l’inserimento di una pista ciclabile per ogni senso di marcia, i lavori non furono ultimati nel 2015, termine di scadenza per l’utilizzo del finanziamento. La Regione fu costretta quindi a restituire l’importo non utilizzato lasciando alcune opere incompiute.
La “Città museale di Porta Portese” pone l’obiettivo di restituire a questo piccolo pezzo di città lo stretto rapporto che aveva con le acque del fiume Tevere, ma soprattutto ridare a Roma una zona ora praticamente tagliata fuori dalle sue dinamiche urbane.
Il masterplan di intervento concentra quindi l’attenzione su due ambiti differenti: da una parte prevede l’inserimento di una nuova funzione, ovvero quella di un polo museale, che farà confluire in questa zona parte dei turisti diretti all’area archeologica centrale, dall’altra parte il potenziamento del mercato per creare un nuovo filone di turismo legato ad esso.
Il progetto si basa sul riuso delle strutture ora dismesse partendo della rimessa dell’ATAC e quella della polizia di Roma Capitale, allestendo all’interno della prima la rimessa per i pullman turistici e l’area d’accoglienza per i turisti, mentre nella seconda l’ingresso per il nuovo museo del Tevere. Anche l’area dell’ex Arsenale Pontificio è stata considerata facendola affacciare su una piazza ipogea con vista sul Tevere, fulcro del progetto e ospitando i servizi commerciali del complesso.
Partendo dall’organizzazione degli antichi porti romani è stato ripristinato il rapporto del quartiere con il fiume Tevere, ovvero attraverso dei terrazzamenti. Questo per dare al visitatore una visione del Tevere da diversi punti di vista che partono dalla quota della città, passano per una intermedia di una piazza ipogea ricavata cavando all’interno dei muraglioni, e finiscono alla quota banchina.
Molte città in Europa, nel corso degli ultimi dieci anni, hanno allestito una vera e propria industria del turismo legata al riuso dei mercati rionali facendoli diventare delle nuove centralità urbane. Il Mercato di Atarazanes a Malaga, il Mercato Concepción a Barcellona e il Mercato di Notting Hill a Londra sono alcuni di questi interventi che hanno rappresentato un nuovo motore per l’economia delle rispettive città.
Con la riqualificazione del Mercato di Porta Portese e la demolizione degli esercizi commerciali spontanei, che costeggiano via Portuense, sarà possibile collegare quest’ultima a viale Trastevere con collegamenti trasversali, pedonali e carrabili, e restituire a questa parte di città il rapporto visivo con il fiume.
Il progetto di rigenerazione urbana nell’area di Porta Portese a Roma quindi, permetterà di dare una nuova vita all’economia del quartiere e di ottimizzare la fruizione turistica dell’area archeologia centrale di Roma.
Bibliografia
Annuario statistico di Roma 2015, Roma;
Canevari R.(1875), 1° gennaio 1871 con note e allegati. Roma: tip.e lit.del Genio Civile, 1875.. Studi per la sistemazione del Tevere nel tronco entro Roma Relazione alla Commissione istituita con decreto 1° gennaio 1871 con note e allegati. Tip.e lit.del Genio Civile, Roma;
Quercioli M. (1982), Le mura e le porte di Roma, Newton & Compton, Roma.
Segarra Lagunes M.M (2004) Il Tevere e Roma. Storia di una simbiosi. Gangemi Editore, Roma;
Ravaglioli A. (1998), Il Tevere fiume di Roma – Storia, curiosità, prospettive. Tascabili economici Newton, Roma;
Sitografia
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_agosto_06/arsenale-progettificio-47fd98ae-3c82-11e5-923b-31d1f7def042.shtml;
http://www.romatoday.it/politica/bus-elettrici-viale-trastevere-blitz.html;
https://mercatidautore.wordpress.com/tag/riqualificazione-mercati;
http://www.domusweb.it/it/architettura/2014/01/30/la_piazza_mercato_di_testaccio.html;
http://comune-info.net/2016/04/rigeneriamo-i-mercati-rionali/;
https://www.comune.roma.it/pcr/it/daepfl_preufi_plus.page;
http://www.plus.comune.roma.it/.
Didascalie Immagini
Immagine di Copertina: immagine render della “Città museale di Porta Portese”. Ingresso all’area pubblica ipogea.
Immagine 1: una foto scattata nel 1955 durante lo svolgimento del mercato di Porta Portese. Fonte https://www.romaierioggi.it/
Immagine 2: fotoinserimento del masterplan di progetto