Mercati e commercio itinerante nell’attivazione dello spazio pubblico
Dottoranda in Paesaggi della Città Contemporanea, Dipartimento di Architettura, Roma Tre.
Il commercio su aree pubbliche è un’attività commerciale flessibile e fortemente legata al territorio in cui si situa. Esso ha contribuito per secoli alla vitalità e alla qualità della vita nella città, attraverso mercati, cibo di strada e altre attività di vendita e consumo di cibo nello spazio urbano. Il mercato ha rappresentato un punto di riferimento per quel ruolo di relazioni e di scambi che ne costituisce il substrato portante, imponendosi come simbolo non solo del commercio di prodotti di prima necessità ma anche come spazio di scambio di beni immateriali.
Dopo una lunga stagione in cui ha svolto un ruolo centrale, il commercio su aree pubbliche ha attraversato una profonda crisi, risultato dei processi di riorganizzazione del sistema commerciale e degli inesorabili processi di cambiamento e di trasformazione urbana e sociale. Nonostante mercati e commercio su strada si siano adattati e modellati secondo le esigenze imposte dai ritmi contemporanei, essi sono stati considerati per un lungo periodo attività minori e di importanza marginale, se non addirittura residuale.
Queste attività commerciali non rappresentano però solamente un fenomeno economico: esse giocano un forte ruolo socioculturale poiché sono in grado di generare un incredibile punto di aggregazione dove vengono scambiati e condivisi, oltre che beni di tipo commerciale, idee, opinioni e relazioni, favorendo così comunità più coese e spazi urbani più vitali. Mercati e commercio itinerante fanno leva sul loro essere fatti urbani spontanei, densi e complessi, attività che offrono un rapido sguardo alla cultura delle città. Tutte queste variegate forme di vendita e consumo di cibo nella strada, se vissute e ripensate oltre la mera funzione commerciale, possono costituirsi come dispositivi nei quali sperimentare sinergie tra commercio e attività culturali, aggregative e ricreative.
Negli ultimi anni, in tutto il mondo, si è sviluppata un’ampia riflessione sul commercio su aree pubbliche, riscoprendo il suo fondamentale ruolo nella trasformazione delle città e nell’attivazione dello spazio. Sono sempre più numerose e frequenti le esperienze di rigenerazione urbana e rivitalizzazione attraverso mercati e street food vending, dimostrando come queste attività temporanee e mobili siano in grado di riqualificare parti importanti di città. Il commercio di strada è il segno distintivo di una vitalità antica e sempre rinnovata che porta colore ed energia nello spazio urbano. Esso costituisce un valore aggiunto a sostegno delle politiche di coesione sociale, perché rivitalizzare significa anche riattivare le relazioni tra le persone e costruire un senso di comunità.
La situazione italiana registra un sostanziale ritardo rispetto ai processi e alle esperienze sviluppati in Europa e nord America: il commercio su aree pubbliche, un settore in continua crescita nonostante la crisi economica, presenta alcune criticità che celano le opportunità e gli effetti benefici delle attività commerciali su spazio pubblico.
Primo fra tutti è necessario ristabilire un corretto rapporto con le aree di pregio storico e ambientale, misure di presenza e di rispetto più adeguate. La Direttiva del Ministro Ornaghi che prevede l’espulsione del commercio ambulante dai centri storici non trova una soluzione al problema, né tantomeno porta benefici alla città. La seconda questione è quella della legalità, che deve individuare una normativa unica per tutte le attività economiche che si svolgono su suolo pubblico, semplificando e rivisitando il quadro normativo vigente. Terza criticità è la competitività. Il consumatore di oggi si è evoluto e oltre a guardare al prezzo, chiede qualità e diversificazione dei prodotti. Pretende servizi accessori che il più delle volte, i mercati non sono in grado di offrire.
Il rapporto di conflitto con le altre funzioni urbane porta alla quarta criticità: i problemi di traffico generati dal commercio su aree pubbliche hanno conseguenze sulla mobilità cittadina e influiscono direttamente sulla redditività delle attività stesse. È dunque necessario sperimentare nuovi approcci, dove il rilancio del commercio su aree pubbliche non rimandi a un sistema concorrenziale rispetto alle altre forme distributive, ma si interroghi su meccanismi di valorizzazione dei luoghi e dei prodotti, in modo da renderli riconosciuti e riconoscibili dalla comunità.