ISSN 1973-9702

CIVITA

Civita, la città che resiste

 

di Serena Olcuire

Recensione del volume Civita. Senza aggettivi e senza altre specificazioni di Giovanni Attili (Quodlibet, 2020), che dalle caratteristiche eccezionali del borgo viterbese deflagra una moltitudine di riflessioni sull’abitare e pianificare i territori dell’Italia interna.

Review of the book Civita. Senza aggettivi e senza altre specificazioni (Civita. Without adjectives and without other specifications) by Giovanni Attili (Quodlibet, 2020), which draws from the exceptional characteristics of the Viterbese village a whole of reflections on inhabiting and planning the territories of inland Italy.

 

Serena Olcuire è assegnista di ricerca in Tecnica e Pianificazione Urbanistica al DICEA-Sapienza Università di Roma, dove ha conseguito il dottorato con una tesi sulle geografie urbane delle sex workers e le nuove forme di governo dello spazio pubblico. Fa parte della redazione della rivista scientifica “Tracce Urbane” e collabora con il Master Environmental Humanities (Università di Roma Tre), per il quale cura il modulo Territori marginali, e con l’Atelier Città (Iaph Italia), che affronta le infinite relazioni che legano genere e spazi urbani.

UN PASSO INDIETRO PER ANDARE AVANTI

Un passo indietro per andare avanti: le città e la periferia

 

di Rui Alves

La crisi sanitaria causata del Covid-19 presenta un’opportunità per potenziare modi di vita più eco-friendly, oltre a cambiare il modo di godere gli spazi urbani e di proiettarli. Ma, come in altre situazioni nel passato, le periferie non sono adeguate a ricevere le proposte attuali: proposte che possono ancora essere messe in discussione, in un’ottica di adattamento a tutti gli spazi urbanizzati, anche quelli meno dottate di funzioni, e non solo alle città già consolidate che stiamo cercando di migliorare costantemente. Un incentivo a fare viaggi come una seconda risorsa e non una parte essenziale del quotidiano, che può partire da una pianificazione urbana meno complessa e più completa.

The health crisis caused by Covid-19 presents an opportunity to enhance more eco-friendly ways of living, as well as to change the way urban spaces are enjoyed and projected. However, as in other situations in the past, suburbs are not adequate to receive the current proposals: proposals that can still be questioned with a view to adapting them to all urbanised spaces, even those with fewer functions, and not only to the established cities that we are constantly trying to improve. An incentive to make travel a second resource and not an essential part of everyday life, which can start with less complex and more comprehensive urban planning.

 

Rui Filipe Ferreira Alves è un architetto e ricercatore portoghese, laureato in Architettura alla Facoltà di Architettura di Porto (Faculdade de Arquitectura da Universidade do Porto – FAUP). Ha iniziato, ancora come studente, a lavorare con Rui Braz Afonso, tra gli altri, nel centro di ricerca/studi CEAU-MDT del FAUP, sviluppando diversi studi sui piccoli agglomerati urbani, sulla colonizzazione agricola e la conseguente trasformazione del paesaggio, oltre ad espandere la sua ricerca sugli effetti dell’auto nelle città e nelle società, proseguendo gli studi della sua tesi di laurea magistrale.