ISSN 1973-9702

LIBERI DI COSTRUIRE?

La prevaricazione dell’interesse privato sull’interesse collettivo

di Nicola Vazzoler

 

Questo breve saggio condensa e restituisce una lunga riflessione nata durante la mia esperienza di Amministratore presso il Comune di Aquileia (UD). La libertà a costruire normata a livello nazionale garantisce un equilibrio fra sfera pubblica e sfera privata nella creazione e cura della città, qui intesa come “casa della comunità”. Ma cosa succede quando le interpretazioni regionali rischiano di compromettere questo equilibrio e porre in primo piano l’interesse privato a discapito dell’interesse collettivo? Il caso della L.R. 19/2019 del Friuli Venezia Giulia diventa un caso per comprendere le ricadute dirette sugli Enti locali lese nella loro funzione di suprema direzione della cosa pubblica e nel loro diritto di rappresentatività non potendo garantire talvolta quanto espresso nelle proprie linee di indirizzo politico.

 

This essay condenses and reports a long reflection born during my experience as Deputy Major at the Municipality of Aquileia (UD). The freedom to build regulated at national level guarantees a balance between the public and private spheres in the creation and care of the city, here called the “community house”. But what happens when regional interpretations risk compromising this balance and putting private interest in the foreground to the detriment of the collective interest? The case of L.R. 19/2019 of Friuli Venezia Giulia becomes a case to understand the direct repercussions on the injured Municipalities in their function of supreme direction of public affairs and in their right to representativeness, sometimes not being able to guarantee what is expressed in their own political guidelines.

 

Nicola Vazzoler, architetto e Dottore di Ricerca in Politiche territoriali e progetto locale (con la tesi Intensità urbana, un rapporto ragionato a partire dal caso di Roma), è stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Architettura di Roma Tre e Vicesindaco della città di Aquileia (UD). Ora è libero professionista presso lo studio Stradivarie Architetti Associati (settore pianificazione). Impegnato nella didattica (presso le Università degli Studi di Trieste, Università IUAV di Venezia e RomaTre), nella ricerca (fra gli altri il PRIN Territori post-metropolitani) e nell’attività professionale (Piano di Assetto dell’Area archeologica monumentale del Colosseo per RomaTre), è co-fondatore di GU | Generazione Urbana (con il quale ha seguito il Monitoraggio delle forme periferiche contemporanee a Roma per DGAAP MiBACT) e ha collaborato con i giornali on-line di settore UrbanisticaTre, Planum e PPAN.

ROMA MODERNA

L’armatura infrastrutturale pubblica dell’espansione urbana tra Roma e il Mare. Osservazioni sui disegni dei Piani Particolareggiati del Piano Regolatore Generale del 1931 nel quadrante sud occidentale tra Porta Portese e Porta San Sebastiano

di Marco Pietrolucci

 

Il tema principale della riflessione riguarda l’importanza della definizione architettonica ovvero del disegno della componente infrastrutturale pubblica della città, per la qualità urbana contemporanea. Non bisogna dimenticare che, alla base di tutti i conflitti urbani, c’è un tema pre-politico che riguarda la proprietà dei suoli che sono, generalmente, privati. Quando camminiamo per una città, con le sue strade, le sue piazze, i suoi parchi, le sue scuole, finiamo per dimenticare l’enorme conflitto che l’ha determinata, perché lo spazio urbano che usiamo per vivere, per muoverci, per lavorare, per divertirci, era, inizialmente, (nella maggior parte dei casi) tutto privato ed inaccessibile ed è la costruzione urbana a trasformarlo in bene collettivo. L’inaccessibilità dello spazio preurbano  è, a ben vedere, la condizione iniziale dalla quale qualunque progetto di trasformazione urbana prende le mosse e dovrebbe affrancarsi. L’inaccessibilità dello spazio urbano è il perno attorno al quale tutto il lavoro di costruzione della città si svolge. Per questa ragione la definizione architettonica dell’armatura infrastrutturale pubblica di una città è il compito principale di qualunque trasformazione urbana, è la cartina al tornasole di un progetto sociale e politico, quale deve essere un buon Piano, ed è su questa base che può essere adeguatamente giudicato. La trasformazione di Roma verso il mare ha costruito una spazialità pubblica di qualità o ha fatto l’interesse miope della proprietà fondiaria? Quali sono i suoi elementi portanti? Come vengono regolati ancora oggi questi interessi contrapposti? Con quali strumenti?

 

The main theme of the reflection concerns the importance of the architectural definition or (better) the design of the public infrastructural component of the city, for contemporary urban quality. It should not be forgotten that, at the basis of all urban conflicts, there is a pre-political issue concerning the ownership of soils which are generally private. When we walk through a city, with its streets, squares, parks, schools, we end up forgetting the enormous conflict that has determined it, because the urban space we use to live, to move, to work , to have fun, it was initially (in most cases) completely private and inaccessible and it is the urban construction that transforms it into a collective good. The inaccessibility of pre-urban space is, in hindsight, the initial condition from which any urban transformation project starts and should free itself. The inaccessibility of the urban space is the pivot around which all the construction work of the city takes place. For this reason, the architectural definition of the public infrastructural framework of a city is the main task of any urban transformation, it is the litmus test of a social and political project, which must be a good Plan, and it is on this basis that it can be properly judged. Has the transformation of Rome towards the sea built a quality public space or has it made the landed property myopic interest? What are its main elements? How are these conflicting interests still regulated today? With what tools?

Marco Pietrolucci, architetto, dottore di ricerca in composizione architettonica e progettazione urbana. Membro della Commissione urbanistica nazionale della Confedilizia è responsabile del settore tecnico-urbanistico della Confedilizia di Roma e Lazio. Ha svolto attività didattica presso la Facoltà di Architettura di Roma “La Sapienza”, la Facoltà di Architettura di “Roma Tre”, la Facoltà di Architettura di Pescara “Gabriele d’Annunzio” e nei programmi italiani delle Università Canadesi e Americane “Waterloo University” e “Northestern University”. Attualmente coordina un gruppo di ricerca sul Piano Regolatore di Roma Moderna (1931) il cui comitato scientifico è composto da: F. Cellini, G. Imbesi, D. Modigliani, G. Piccinato, P. Portoghesi, V. Quilici, F. Purini, W. Tocci.

 

GARBATELLA 20/20

La città e la memoria

di Francesca Romana Stabile, Elisabetta Pallottino, Paola Porretta

 

Video a cura di F.R. Stabile, E. Pallottino, P. Porretta; riprese e montaggio E. Martina

In occasione del centenario di Garbatella, il Dipartimento di Architettura di Roma Tre ha promosso il progetto Garbatella 20/20 e numerose attività interdisciplinari per la divulgazione della conoscenza del patrimonio storico e culturale del quartiere, in collaborazione con la cittadinanza e con diverse istituzioni.Nell’ambito del progetto, i corsi di Restauro dell’ultimo anno delle lauree magistrali hanno organizzato un laboratorio didattico che ha coinvolto più di cento studenti e si è avvalso della straordinaria partecipazione dell’artista Pietro Ruffo, con il quale è stata sperimentata per la prima volta una didattica integrata tra arte e architettura. Gli studenti hanno prodotto contenuti inediti per la conoscenza di Garbatella e hanno restituito la ricchezza dell’identità urbana, architettonica e sociale del quartiere attraverso letture analitiche e composizioni artistico-figurative. Sono state inoltre elaborate proposte progettuali per il restauro del contesto, con particolare attenzione al rapporto tra spazi pubblici e privati.

 

On the occasion of the centenary of Garbatella, the Department of Architecture of Roma Tre launched the program Garbatella 20/20. This initiative included various interdisciplinary activities for the dissemination of knowledge about the historical and cultural heritage of the district, in collaboration with the citizens and many institutions. Within the program, the Restoration courses of the last year of the Master’s Degrees organized a workshop. More than one hundred students benefited from the extraordinary participation of the artist Pietro Ruffo, with whom they explored an integrated didactic approach between art and architecture for the first time. The students produced new content to further enhance understanding of Garbatella and analyzed the richness of the urban, architectural and social identity of the neighborhood through analytical readings and artistic-figurative compositions. Design proposals for the restoration of the context were developed, with particular attention to the relationship between public and private spaces.

 

Francesca Romana Stabile, è professore associato di Restauro architettonico presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre, dove coordina il corso di Laurea Magistrale in Architettura-Restauro. La sua attività di ricerca, nell’ambito del restauro, è dedicata prevalentemente allo studio dell’architettura regionalista e “ambientista”, con particolare attenzione ai suoi caratteri costruttivi e stilistici, e al restauro dei centri storici minori.  In particolare, l’obiettivo della ricerca sull’architettura regionalista è mirato allo studio dell’edilizia residenziale popolare progettata negli anni Dieci e Venti del Novecento a Roma (Testaccio, San Saba, Garbatella, Ostia Nuova, Pigneto).

 

Elisabetta Pallottino, architetto, è professore ordinario di Restauro architettonico presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre (Direttore del Dipartimento dal 2013 al 2019). È direttore del Master internazionale di II livello in Restauro architettonico e cultura del patrimonio e di quello in Culture del patrimonio. Conoscenza, tutela, valorizzazione, gestione; è coordinatore del Dottorato di ricerca Architettura: innovazione e patrimonio. È direttore della rivista Ricerche di storia dell’arte e membro della redazione della rivista Roma moderna e contemporanea. Svolge attività di ricerca e di consulenza professionale nel campo dello studio, del restauro e della valorizzazione del patrimonio architettonico e dei paesaggi culturali.

 

Paola Porretta, architetto (2001, Roma Tre), dottore di ricerca (2007, IUAV), è attualmente professore associato in Restauro presso il Dipartimento di Architettura di Roma Tre, dove insegna nei Master internazionali di II livello Restauro architettonico e Culture del Patrimonio e nel Dottorato Architettura: innovazione e patrimonio. Svolge attività di ricerca e di consulenza progettuale nel campo del restauro e della valorizzazione del patrimonio architettonico e dei paesaggi culturali; sugli stessi temi ha pubblicato saggi e la monografia L’invenzione moderna del paesaggio antico della Banditaccia(2019). Tra i suoi interessi recenti anche l’architettura minore (in Grecia, in Cina e a Roma con particolare attenzione alla borgata giardino Garbatella).

PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE

Alcune questioni cruciali (e non più prorogabili) per il futuro

di Sara Caramaschi

 

È possibile immaginare una rinnovata centralità dei territori e della società civile nella gestione di traiettorie di sviluppo più giuste e sostenibili? Questo breve saggio pone l’accento sul ruolo cruciale di ecologia politica, dimensione territoriale e cittadinanza attiva nel disegno e nell’attuazione di politiche pubbliche per il futuro. Il testo parte dal necessario abbandono delle ricette che hanno caratterizzato il recente passato e propone alcuni spunti di riflessione per affrontare i rischi ambientali e le dissimmetrie sociali aggravati dalla pandemia di Covid-19.

 

Is it possible to imagine a renewed centrality of territories and the civic society in the management of a just and sustainable development? This short essay emphasizes the central role of the political ecology, the territorial dimension and the active citizenship in the design and implementation of progressive public policies. The text starts from the abandonment of the recipes that have characterized the recent past and offers some food for thought to address the environmental risks and social asymmetries aggravated by the Covid-19 pandemic.

 

Sara Caramaschi è urbanista e dottore di ricerca in “Paesaggi della Città Contemporanea”. Dal 2019 è assegnista di ricerca presso il Gran Sasso Science Institute, dove insegna nell’ambito del dottorato internazionale “Regional Science and Economic Geography”. Attiva in ricerche nazionali e internazionali, è autrice di saggi in materia di geografia urbana e pianificazione (tra i più recenti U3 – iQuaderni e Planning Theory and Practice). I suoi interessi di ricerca sono riconducibili ai temi patrimonio immobiliare e abitare, temporaneità e spazio pubblico, mutualismo e cittadinanza attiva.

ROMA INTERROTTA

 

Roma interrotta e il clima dell’opinione

Di Anna Laura Palazzo

 

Tra i giudizi e pregiudizi che pesano sulla Città eterna vi è una compiaciuta insistenza su una caratteristica antropologica dei suoi abitanti, oziosi, indolenti, disincantati rispetto alle vicende che interessano la città e le sue trasformazioni.

Roma non ha conosciuto rivoluzioni, e la storiografia ha insistito notevolmente sul ruolo del clima dell’opinione nella mancata proattività della cittadinanza.

In questo contributo si sostiene che tale costante interpretativa, nello spiegare e quasi giustificare antropologicamente la volubilità degli intenti e l’incompiutezza dei programmi, costituisce un facile alibi per lo stigma di immobilità che pesa oggi più che mai sulla città.

Among the judgments and biases about the Eternal City, there is a complacent insistence on an anthropological feature of its inhabitants, idle, indolent, disillusioned with respect to all events affecting Rome and its transformations.

Rome has not known revolutions, and historiography has remarkably insisted on the role of the climate of opinion in the lack of proactive citizenship.

This contribution contends that such interpretation, persistent as it is in explaining and almost justifying unsteadiness of purposes, programs and undertakings, constitutes an easy excuse for the stigma of immobility that weighs more than ever on the city today.

 

Anna Laura Palazzo, professore ordinario di Urbanistica all’Università “Roma Tre” di Roma. Ph.D. in Pianificazione territoriale e urbana e Specialista in studio e restauro dei monumenti. Coordinatore del Dottorato in “Paesaggi della città contemporanea. Politiche, tecniche e studi visuali”. Coordinatore o ricercatore senior di ricerche MED, COST, Marie Curie, Erasmus + sui temi dello sviluppo regionale, rigenerazione urbana, pianificazione del paesaggio, governance urbana, patrimonio. Autrice di oltre 180 saggi, tra cui diversi volumi, numerosi articoli peer-reviewed e rapporti di ricerca internazionali.

FACING UNCOMFORTABLE HERITAGE

Interpreting the Totalitarian Past

By Tinatin Meparishvili

 

The article addresses the importance of interpreting the recent history in the countries with the totalitarian heritage. The controversy of pride and shame of those who are responsible or were part of the totalitarian regimes has digressed the process of coming in terms with the past. The topic is rarely tackled on a governmental level in post-soviet countries or southern Europe. Only on a lower scale, NGOs and research groups try to study, uncover and documents facts, and make them accessible for a larger audience, to raise awareness about the recent history. After all, this is the history that still reminds us of itself in contemporary events. Most of the European countries, who have invested both intellectually, and financially to interpret and learn to live with the past, seem to present their testimony of conciseness about the culpability and the responsibility for what had happened and this way, they make sure that the new generation would never repeat the same mistake.

 

Tinatin Meparishvili (PhD candidate at Roma Tre University) born in Georgia, completed her Bachelor in Architecture at the Academy of Arts in Tbilisi before moving to Germany for a Master of Arts in Heritage Conservation and Site Management at Brandenburg Technical University. Having worked in the field of Tourism, Heritage Conservation and Management, Tinatin is excited to have an opportunity to apply her knowledge and experience to fundamentally explore the challenges that Mass Tourism creates in the historic districts of Rome.

QU3 – Call for photos

The scientific journal QU3 – iQuaderni di UrbanisticaTre is looking for a photographic project to complement its issue edited by Michele Cerruti But, Agim Kërçuku,Cristiana Mattioli, Giulia Setti, Ianira Vassallo.

New imaginaries

Firms as an urban dispositive

1. Subject of the Photographic project:

We are looking for photo contributions that could meaningfully answer the core theme of this issue moving from the following abstract.

We kindly promote both photographic projects and their related abstracts focused on the actual condition of workers, on the description of the productive spaces and systems and also on the social and individual implications of the contemporary production.

Within our investigation it is possible to find clues suggesting different narratives:  the firmswe study help to redefine the concept of well-being and welfare, cope with environmental and social issues of sustainability, open new prospects regarding social representation and participation.

Firms look like a place of experimentation capable of leading a different idea of ​​city and territory: in fact they close their ties with the territories, infrastructures, communities and local economies and they define new work spaces as well. Unexpectedly, firms today still remain both a social and spatial concept, an “urban dispositive”able to describe, prefigure and lead the future transformations of the city.

The images should be representative of the focused topic, exploring the embodied relation between production/territoryand could be seen as an atlas of images either an archive of contemporary memories aiming at studying the ways firms change territory today. Inclusive metaphors describe some specific firms features as  the outline of a possible “new urban imaginary”.

2. How to participate

Everyone can participate sending a photographic project and a description following these indications:

A. Photographic project

1. The pictures must be in a digital version

2. The Photographic project must include between 8 and 20 pictures

3. The pictures must be an original work of the author

4. The pictures’ content must not infringe any intellectual property

5. Pictures’ dimensions: short side 20 cm

6. Resolution: 300 dpi

7. File dimension: max 6 Mb (per picture)

8. Format: .jpg

9. All files must be named with the authors’ name followed by the work’s title and a possible caption
(e. g. ‘JohnSmith.roma.pantheon.jpeg’)

B. Description (.doc; .docx format)

1. Author’s name and surname

2. Title of the Photographic Project

3. Description of the photographic project (max 1500 characters, including spaces)

4. Author’s bio (max. 700 characters, including spaces)

The project and description must be sent to the e-mail address iquadernidiu3@gmail.com no later than 15th of April  2020. The e-mail subject must be the following: CALL FOR PHOTOS_Surname. Title of the photographic project (e.g.: CALL FOR PHOTOS_Smith. Pantheon).

In case the attachments are too big to be sent via e-mail, it is possible to use WeTransfer (https://wetransfer.com ) to send both the photographic project and the description.

3. Selection criteria:

The editorial board of QU3 and the editors will select the most suitable photographic project according to the following criteria:

A. Adherence to the topic;

B. Composition;

C. Description of the project.

Authors are requested to bear the graphic setting of QU3 in mind when preparing the pictures.

4. Publication:

The photographic project will be published in its own section of the journal. The editorial board of QU3 will choose which and how many pictures will be published in the issue.

The editorial board of QU3 will also choose one of the pictures of the selected photographic project to be the cover picture of the issue (the picture will have to be resized and cropped in order to adapt it to the journal’s format).

In case none of the materials received satisfied the criteria listed above, the editors and the editorial board of QU3 reserve the right of proceeding using different methods to select the photographic project.

5. Calendar

05.03.20 call publication and start of the contest

15.04.20 contest deadline

20.04.20 publication of results

6. Non-exclusive distribution license

By sending the material the author hereby declares to QU3 – iQuaderni di UrbanisticaTre (issn 2531-7091):

to be its author, with the entitlement to grant the rights included in this license;

that the material, unless otherwise specified, is the author’s original work and that the author is entitled to grant the rights included in this license;

that the material, as far as it has been possible to ascertain, is not infringing any third-party copyright. In case the author does not have the copyright of some parties, they declare to have obtained from the legitimate holder of the copyright a non-restrictive authorization to grant QU3 – iQuaderni di U3 the rights requested by this license and that such third-party material is clearly identified and recognizable within the work.

Likewise the author grants QU3 – iQuaderni di UrbanisticaTre (issn 2531-7091):

the non-exclusive right to distribute the materials through the publication of the journal and through its websites www.urbanisticatre.uniroma3.it/dipsu/ – www.quodlibet.it/riviste/testata/91 and to allow the users to reproduce and distribute it with any means and format as long as authorship is acknowledged;

the right of archiving, reproducing and transferring the materials on any medium and format for reasons of security, backup and conservation and in order to maintain its accessibility in time, without modifying its content. If the sent materials are based on a work sponsored or supported by an entity or organization, the author declares to have fulfilled all duties imposed by contracts or agreements stipulated with such entities or organizations.

7. Questions?

For further information, please send an e-mail to iquadernidiu3@gmail.com.

Here you can download the Call for Photos!

 

THE MORAL QUESTION IN ADOLF LOOS

 

by Rafael Sousa Santos

 

It is proposed to develop a critical reading of some of the main writings of the Austrian architect Adolf Loos (1870-1933), seeking to recognise the foundations of his thinking, above all, about man as an architect and his practice. This paper is organised according to three main themes: 1. the identification of Loos with classical culture according to the concepts of beauty, truth and justice; 2. his considerations on the relationship between ornamentation, culture and society; and 3. his proposal for the reframing of architecture and the architect’s activity between the arts and crafts through the moral question.

 

 

Rafael Sousa Santos (Portugal, 1991) graduated in Architecture by the University of Beira Interior (DECA-UBI), Portugal (2013). Has his master’s in Architecture by University of Porto (FAUP), Portugal (2016), where he participates as intern in the Center for Studies of the Faculty of Architecture (CEFA). Currently he is a Ph.D. candidate in Architecture at FAUP (with supervisors from FAUP, Aalto University and Aahrus University). He has also collaborated in the curricular units of Urban Economy and Urbanistics 2 of Integrated Master’s in Architecture (MIARQ) at FAUP (since 2017).

QU3#21 – Call for papers

UrbanisticaTre launches a call for papers for a new QU3 edited by Adriana Goñi Mazzitelli & Mauro Gil-Fournier:

Extitutional Urbanism in Latin America

 
“Good politics are ones that multiply possibilities “
(Viveiros de Castro)

 
“This issue of QU3 aims to explore new research, projects, and collective actions in Latin America that are both observing and remaking the city from the vantage point of the various contemporary networks currently at play there and the processes and battles that have composed them. Those who would invoke and observationally assess these new phenomena, as well as those who perform the new practices of what we will here qualify as a ‘complex and open urbanism’; are able to do so as the result of a permanent interaction of a multiplicity of agents and agencies, as well as innovative processes in the redistribution of urban decision-making. In this time of great political upheaval and institutional crisis on the continent of Latin America, our objective here will be to highlight, valorize, and to safeguard the assorted knowledges and practices, collectivities, and urban projects that we contend can trace out for all of us some new and exciting paths for remaking our cities.

We wonder if URBANISM and PLANNING can themselves become far less institutionalized: or if self-organizing or autonomous movements can find ways to bridge together what so far have all too often remained disconnected and isolated experiences. We can imagine a new urbanism whose centres of creative control emerge not from on high but from open and continuous collaboration. This urbanism would reinforce the often innovative struggles of its citizenry, while remaining deeply attuned to eco-social and feminist sensibilities. It would respond to human (as well as ‘non-human’) rights issues; and it would draw upon a kaleidoscope of different cultural influences amongst its other constitutive formations. An urbanism then which would have been brought into being, or even having been won, by the various agendas of the many social movements and activists might also provoke theoretical reflection on what might be termed ‘an extitutional urbanism'”.

Please read the full call at this link and send an extended abstract by  March 30th.

Lea la call en español en este enlace y mande un abstract dentro la fecha del 30 Marzo.


EFFETTO CITTÀ

Trasformazioni (peri)urbane nell’area metropolitana di Roma. Riflessioni attorno ai confini urbani

di Lorenzo De Vidovich

 

Il contributo riassume i contenuti del seminario “Effetto città. Riflessioni dall’area metropolitana di Roma”, organizzato da Lorenzo De Vidovich con Nicola Vazzoler, che ha presentato e discusso il “Monitoraggio delle forme periferiche dell’area metropolitana di Roma”, ricerca del DGAAP del MiBAC, sviluppata dal gruppo di ricerca GU|Generazione Urbana e finalizzata alla raccolta sistematica di informazioni sulle periferie, con l’obiettivo di fornire materiali di ricerca per possibili progettazioni e percorsi di rigenerazione. L’articolo riassume i principali contenuti della ricerca, corredati da una nota a margine di Lorenzo De Vidovich su due specifici comuni del periurbano romano. In seguito, impreziosito dagli interventi dei quattro ospiti, il contributo individua tre temi centrali per la governabilità delle aree metropolitane, discussi a partire da uno sguardo sull’area romana: governabilità, intensitàe infrastrutture.

This brief article resumes the main contents of the seminar “Effetto città. Riflessioni dall’area metropolitana di Roma”, organized by Lorenzo De Vidovich and Nicola Vazzoler, who presented and discussed the ministerial research “Monitoraggio delle forme periferiche dell’area metropolitana di Roma”, carried out by GU|Generazione Urbana, and aimed at collecting useful information regarding peripheries for further explorations, projects or regeneration programmes. The report is therefore a potential resource for local administrations in coping with territorial fragilities and social exclusion. The article summarizes the contents of this research, supplemented by a brief focus on two specific peri-urban municipalities, presented by Lorenzo De Vidovich. Subsequently, the contribution identifies three main issues for the governance of metropolitan areas, moving from the discussion on the Rome area enriched by four guest speakers: governability, intensityand infrastructure.

 

Lorenzo De Vidovich, sociologo, è dottorando presso il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano e membro del laboratorio di sociologia dell’azione pubblica “Sui Generis”. Si occupa di governance del welfare locale, rigenerazione urbana e diseguaglianze sociali.