ISSN 1973-9702

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Intervista a G. Campos Venuti

La genesi delle periferie bolognesi, il ruolo dei quartieri PEEP e INA-Casa.

Leonardo Tedeschi

 

Sempre di più si parla di periferie al di fuori dell’ambito accademico, sembra che anche il dibattito politico locale e nazionale cominci a familiarizzare con il tema, il che lascia sperare che nei prossimi anni saremo tutti coinvolti in una loro rigenerazione. Nel tentativo di comprendere a fondo l’essenza contemporanea delle periferie, è interessante soffermarsi ad analizzarne la genesi. Questa intervista intende investigare il ruolo giocato dalla “città pubblica” (Di Biagi 2001, p.3) nella definizione delle periferie e più dettagliatamente la strategia intrapresa da G. Campos Venuti, che nel contesto bolognese ha interpretato i PEEP come strumento di ricucitura e governo delle aree interstiziali fra la città consolidata e nuovi poli attrattivi satellitari come i quartieri INA-Casa, sottraendo così ampie aree alla speculazione e garantendo isole qualitative. L’intervista integrale è disponibile al seguente link: https://leonardotedeschi.wordpress.com

Lately in Italy the theme of periphery has been more and more often dealt with also out of the academical field, it also seems that the topic is increasingly interesting the local and national political scene; that makes us hope to be soon all involved in their regeneration. In order to deeply understand the contemporary essence of the Italian suburbs, it is interesting to take into consideration their genesis. The following interview aims at investigating the role played by the “public city” (Di Biagi 2001, p.3) in the definition of the suburbs and especially the strategy played by G. Campos Venuti, who in the contest of Bologna interpreted the PEEP interventions as a tool of government and re-connection between the historical city and the new satellites (attractions), such as the INA-Casa districts.

 

 

Leonardo Tedeschi si è laureato a Novembre 2015 presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Ferrara, con una tesi sulla rigenerazione di quartieri INA-Casa (http://issuu.com/leonardotedeschi6/docs/centrare_il_margine). Attualmente lavora a Berlino presso uno studio attivo nella ricerca urbana e nella progettazione architettonica. Negli ultimi anni trascorsi a Bologna ha preso parte al fenomeno Social Street, riguardo al quale è stato invitato a discutere in diverse conferenze a livello nazionale. Nel Marzo del 2014 avvia InStabile-Community Creative Hub (https://instabileportazza.wordpress.com), un progetto di recupero di un edificio abbandonato della periferia bolognese, seme di urbanità e potenziale fonte di lavoro, cultura e welfare per la periferia urbana.

Leonardo Tedeschi graduated in November 2015 at the Faculty of Architecture of the University of Ferrara with a thesis about the regeneration of INA-Casa districts (http://issuu.com/leonardotedeschi6/docs/centrare_il_margine). Currently he works in Berlin in a studio engaged in the field of urban research and architectural design. During the last years spent in Bologna he got involved in the Social Street phenomenon, on which he’s been invited to talk in several conferences across Italy. On March 2014 he started up InStabile-Community Creative Hub (https://instabileportazza.wordpress.com), a regeneration project of an abandoned building in Bologna’s hinterland, aiming at turning it into an innovative source of job, culture and welfare for the urban suburb.

 

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LA VILLE EN MIETTES

Il paesaggio di bordo della Roma contemporanea

Giulia Bassi

Nel 1964 Tazio Secchiaroli fotografava Clint Eastwood, vestito da cowboy, in sella ad un cavallo, aggirarsi a largo di Cinecittà, nell’aperta Campagna Romana: lontano alle sue spalle i grandi edifici delle case popolari, insieme a lui nel primo e secondo piano la distesa “desertica” dell’Agro. La città e la campagna erano due entità distinte e riconoscibili. C’è stato un momento, alla fine dell’800, in cui, da linee coincidenti che definivano con chiarezza il “dentro” e il “fuori” di Roma, il bordo fisico, allora costituito dalle mura, e il confine immateriale della città sono diventati due enti distinti. Cosa è accaduto, da allora, all’area di bordo del tessuto urbano mentre il suo limite continuava ad avanzare trascinando con sé la città oltre la scala della metropoli? Appare la periferia, disgregata da logiche incoerenti ed eterogenee, la campagna, a sua volta, si frammenta. Il margine urbano sembra rappresentare oggi il fenomeno della dispersione insediativa, in quanto letto come risultato di un processo di impoverimento del mondo rurale, riscritto dalle tecniche moderne di espansione del tessuto. Tuttavia, probabilmente tale rappresentazione non è sufficiente a qualificare una parte della città, ne’ leggerla in questi termini è di aiuto nella risoluzione dei suoi molti problemi. Se si pensa che l’immagine comune delle periferie deriva dall’utilizzo di uno specifico modo, sguardo, metodo di analisi, si può anche comprendere come la loro reinterpretazione non sia solo una questione lessicale, bensì abbia alla base un’inversione nella tendenza di lettura dei dati. Si intende sperimentare tale lettura, azzerando quanto di negativo esiste nella percezione comune ed immaginando nuovamente un territorio del quale oggi, prima ancora dell’azione, riesce difficile la definizione, l’interpretazione.

It was 1964 when the photographer Tazio Secchiaroli portrayed Mr. Clint Eastwood, dressed as a cowboy, riding a horse off Cinecittà’s studios, in the wide roman countryside: behind him, the big housing buildings standing out, together with him in the foreground there’s the “wasteland” of the fields. City and country were two distinct and recognizable entities, that radically got mixed at the end of ‘800, when Rome’s physical and conceptual borders became distinct as well, letting the difference between urban “inside” and “outside” get lost. What happened, since then, to the border area of the urban tissue, while its limit was going forward turning the city into a metropolis? The periphery appears, disrupted by inconsistent and heterogeneous logics, and the countryside gets fragmented as well. The urban outskirt, looking as the result of a process of impoverishment of the rural world, rewritten by modern techniques of tissue expansion, is nowadays taken as the symbol of the sprawl. However, this representation is probably not sufficient as a description of a part of the city and it’s not useful neither in its problem’s solving. If we thing at the image of the suburbs as linked to a specific way of looking, method of analysis used in every experimentation with them, it’s possible to understand the reinterpretation we affirm as necessary is not only a language matter, but is referred to a deeper reading of the data coming from the context. This research intends to try a new method, totally avoiding common perception, in order to figure again, before operating, the territory of the suburbs.

 

Giulia Bassi (Roma 1990), architetto. Laureata con lode presso il Dipartimento di Architettura Roma Tre. Attività professionali: tirocinio presso lo studio Seste Engeneering (Aymonino A., Aymonino F., Cimato, Trinca, De Fazi). Attività in campo accademico: inizia nel 2014 come assistente del prof. Arch. F. R. Ghio, partecipa all’organizzazione della Biennale dello spazio pubblico 2015 ed è attualmente assistente del prof. E. Von Normann.

Giulia Bassi (Rome 1990), architect. Graduated cum laude at Dipartimento di Architettura Roma Tre. Professional activity: internship to Seste Engeneering architecture office (Aymonino A., Aymonino F., Cimato, Trinca, De Fazi). Academic activity: beginning in 2014 as Prof. F. R. Ghio teaching assistant, has worked at the Biennale dello Spazio Pubblico 2015 and is now prof. Emanuele Von Normann teching assistant.

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ADIEU AU LANGAGE #01 

ADIEU AU LANGAGE #01: Contesto fisico vs Contesto virtuale

Flavio Graviglia

Si può ritrovare nello sviluppo delle tecniche di riproduzione e stampa, a cavallo tra il XVIII e XIX secolo, il seme della rivoluzione culturale avvenuta pochi decenni più tardi con l’avvento della fotografia. Acqueforti dapprima e fotografie poi, divennero il veicolo principale della comunicazione delle immagini, inaugurando un nuovo rapporto di relazioni tra edificio e contesto architettonico: tanto le costruzioni di nuova realizzazione, quanto quelle più antiche, videro accostarsi al tradizionale contesto fisico, determinato dal manufatto stesso e dagli edifici adiacenti, un contesto virtuale, composto dalla somma e dalla diffusione delle riproduzioni dell’edificio. L’articolo esamina come tale processo abbia modificato negli ultimi due secoli il linguaggio architettonico, condizionando fortemente la struttura urbana delle nostre città.

With the evolution of reproductive techniques and printing, at the turn of the eighteenth and nineteenth centuries, one recognizes the beginnings of a cultural revolution, which occurred a few decades later, with the advent of photography. The principal vectors for communicating images were first etchings and then, photographs, ushering in a new relationship between buildings and the architectural context: thus, newly-built buildings, as well as older ones, were perceived not only through their conventional physical context, determined by the construction itself and by the adjacent buildings, but also through a virtual context, made up of the sum total and spread in circulation of reproductions of the building itself. The article examines how, over the past two centuries, this process has changed the language of architecture, thereby profoundly shaping the urban structure of our cities.

 

FLAVIO GRAVIGLIA

Architetto e dottorando in “Paesaggi della Città Contemporanea” è laureato in Progettazione Architettonica presso la Facoltà di Architettura di Roma Tre con una tesi sull’influenza e le relazioni tra fotografia e architettura, ha approfondito gli studi presso la Facoltà di Lettere e Filosofia sostenendo esami di Estetica e Storia della Fotografia. Parallelamente agli studi universitari ha lavorato come fotografo, pubblicando ed esponendo in contesti nazionali e internazionali. Ha vissuto a Parigi studiando all’École Nationale Supérieure d’Architecture de Paris-Belleville. Attualmente svolge attività di ricerca e assistenza docenti presso la Facoltà di Architettura di Roma Tre e l’Ecole Nationale Supérieure d’Architecture Paris-Malaquais.

Architect and PhD candidate in “Contemporary City Landscapes”, obtained his Bachelor of Science degree in Architecture from Roma Tre University with his Master’s thesis on the influence and connections between photography and architecture. He continued his studies at the Faculty of Philosophy and Letters, where he took exams in Aesthetics and the History of Photography. At the same time, he worked as a photographer, and had his work published and exhibited in various national and international settings. He has lived in Paris where he studied at the École Nationale Supérieure d’Architecture de Paris-Belleville and is, currently, conducting research at the Faculty of Architecture of Roma Tre University and at the École Nationale Supérieure d’Architecture Paris-Malaquais.