ISSN 1973-9702

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ADIEU AU LANGAGE #03

ADIEU AU LANGAGE #03: Contraddizione e Decostruzione

Flavio Graviglia

Se la Decostruzione fu il tentativo di superare le logiche dello spazio rinascimentale, riequilibrando il dominio della visione a favore di una percezione basata sulla totalità dei sensi, la fortuna degli edifici prodotti fu paradossalmente dovuta alla smisurata diffusione delle loro riproduzioni fotografiche; ambiguità che generò da un lato architetture sensoriali, profondamente ancorate alla fisicità della costruzione, dall’altro edifici-immagine, eredi della tradizione visiva rinascimentale, perfettamente spendibili come icone pubblicitarie.

Although Deconstruction can be regarded as an attempt of overcoming the rationale of Renaissance space (to counter the hegemony of vision with a perception based on the complex of all senses), its built production paradoxically owes the achieved fortune to the unrestrained diffusion of photographic reproductions. This ambiguity engendered on the one hand sensorial architectures deeply bound to the physicality of construction, on the other hand it produced icon-buildings in continuity with the visual tradition of Reinassance, perfectly suitable for commercial exploitation.

 

Flavio Graviglia, architetto e dottorando in “Paesaggi della Città Contemporanea” è laureato in Progettazione Architettonica presso la Facoltà di Architettura di Roma Tre con una tesi sull’influenza e le relazioni tra fotografia e architettura, ha approfondito gli studi presso la Facoltà di Lettere e Filosofia sostenendo esami di Estetica e Storia della Fotografia. Parallelamente agli studi universitari ha lavorato come fotografo, pubblicando ed esponendo in contesti nazionali e internazionali. Ha vissuto a Parigi studiando all’École Nationale Supérieure d’Architecture de Paris-Belleville. Attualmente svolge attività di ricerca e assistenza docenti presso la Facoltà di Architettura di Roma Tre e l’Ecole Nationale Supérieure d’Architecture Paris-Malaquais.

Flavio Graviglia, Architect and PhD candidate in “Contemporary City Landscapes”, obtained his Bachelor of Science degree in Architecture from Roma Tre University with his Master’s thesis on the influence and connections between photography and architecture. He continued his studies at the Faculty of Philosophy and Letters, where he took exams in Aesthetics and the History of Photography. At the same time, he worked as a photographer, and had his work published and exhibited in various national and international settings. He has lived in Paris where he studied at the École Nationale Supérieure d’Architecture de Paris-Belleville and is, currently, conducting research at the Faculty of Architecture of Roma Tre University and at the École Nationale Supérieure d’Architecture Paris-Malaquais.

I nuovi confini della città

Workshop limiti urbani
Facoltà di Architettura di Ferrara 25-28 novembre 2015

Maria Pone

 

Il workshop “limiti urbani”, che si è svolto a novembre nella Facoltà di Architettura di Ferrara, ha messo al centro la questione della città informale e del suo rapporto con la città pianificata tradizionale. Dalle discussioni che hanno animato le giornate di lavoro è emerso un punto di vista interessante: la città informale non sarebbe più da considerarsi come il problema, ma piuttosto come una soluzione. Non solo: si è arrivati a mettere in discussione la separazione stessa tra città formale informale, spezzando questo binomio oppositivo e riconoscendo in entrambe – seppure in forme radicalmente diverse – quei principi che hanno generato le metropoli del mondo capitalista globalizzato, seguendo le logiche del mercato. Evidentemente la pianificazione tradizionale ha difficoltà a misurarsi con queste diverse interpretazioni: ma forse proprio per questo è necessario continuare a interrogarsi sui possibili ruoli dell’architettura, laddove “le condizioni sono (di nuovo) cambiate”.

The workshop “limiti urbani”, hosted in November at the Architecture faculty of Ferrara, was focused on the question of the informal city and its relationship with the traditional planned city. The discussions that animated the workshop’s days underlined an interesting point of view: the informal city doesn’t represent anymore a problem, but rather it could be a solution. Furthermore was discussed the existence of a real separation between formal and informal city: both contain – even in radically different forms – the principles which have generated the metropolis of the globalized capitalistic world, following market laws. Evidently traditional planning has problems facing those different interpretations of the informal city: it’s really important to keep questioning on the role of architecture whereas “the conditions are changed (again)”.

 

Maria Pone, nata a Napoli il 08/10/1988. Dottoranda in architettura (dottorato “Paesaggi della città contemporanea: politiche tecniche e studi visuali” XXXI ciclo). Laureata con lode nel Dipartimento di Architettura di Roma Tre nel marzo 2015 con una tesi in progettazione architettonica dal titolo “Gridshell: sulla fattibilità di un’utopia”. Partecipo dal 2007 alle attività del gruppo di ricerca Gridshell.it sullo studio e la costruzione delle strutture Gridshell post-formate in legno prendendo parte a cantieri e workshop.