ISSN 1973-9702

CARMELO BAGLIVO – mostra personale

Carmelo Baglivo, collage Fori Imperiali, 2012

DISEGNI CORSARI

a cura di Emilia Giorgi

12 al 22 novembre presso la Fondazione Pastificio Cerere, Via degli Ausoni 7, Roma.

martedì 12 novembre 2013 | h 18.00: talk con interventi di Luca Molinari e Gian Piero Frassinelli / Superstudio, presso Ristorante Pastificio San Lorenzo | h 19.00: inaugurazione della mostra, presso Fondazione Pastificio Cerere | apertura al pubblico: fino al 22 novembre 2013

(segue estratto comunicato stampa)

Martedì 12 novembre 2013 inaugura presso la Fondazione Pastificio Cerere di Roma la mostra Carmelo Baglivo. Disegni corsari, a cura di Emilia Giorgi. L’esposizione presenta per la prima volta al pubblico l’ampia produzione di disegni e collage che da sempre accompagna l’attività architettonica di Carmelo Baglivo dello studio IaN+. La mostra rientra all’interno di uno specifico interesse da parte della Fondazione per l’architettura, importante obiettivo formativo di una proposta culturale che vede l’arte contemporanea in costante dialogo con altre discipline. Sarà introdotta da una conversazione dell’autore con Gian Piero Frassinelli, storico fondatore del gruppo radicale Superstudio, e Luca Molinari, critico e curatore di architettura.

Disegni corsari, come afferma Baglivo, “è un chiaro omaggio a quegli scritti pasoliniani dove è lasciato al lettore il compito di rimettere ordine tra i frammenti di un’opera dispersa e incompleta. Allo stesso modo i miei disegni parlano di architettura attraverso immagini autonome e fuori dalla storia, in attesa che chi guarda possa costruire il proprio personale percorso.”

L’esposizione si articola secondo tre aree tematiche che si susseguono negli spazi della Fondazione.

Le pareti della sala introduttiva ospitano una collezione di disegni con formati, tecniche e supporti diversi. Si tratta di pensieri su carta, schizzi, acquerelli o fumetti che rappresentano alcuni dei più interessanti progetti dello studio IaN+ o semplicemente suggestioni utili a nutrire l’immaginario concettuale e creativo dell’architetto. Una ricerca sulla forma dell’architettura e della città registrata con gesti rapidi, sintetici, imprecisi, tipici del momento in cui si fissa l’idea. Con questo primo passaggio, al visitatore è svelato l’aspetto più introspettivo e riflessivo del fare architettura, spesso scarsamente noto.

Nella seconda sala campeggiano 8 collage realizzati in digitale attraverso la sovrapposizione di griglie, superfetazioni e immagini monolitiche su alcuni celebri paesaggi di Piranesi. I collage, impressi su supporto metallico, ricordano le lastre di incisione, attivando un processo di mimesi che tenta di mescolare l’originale e la sua alterazione.

Da qui lo spazio inizia a rarefarsi per anticipare l’ultima stanza, in cui il pubblico si immerge in un flusso incessante di immagini digitali, accompagnato dalla colonna sonora composta e interpretata per l’occasione da Simona Marino e Federico Giangrandi.

Sono collage che rappresentano gli ultimi esiti di una sperimentazione sempre al confine tra arte e architettura. Testimoniano le immaginarie peregrinazioni di un flâneur contemporaneo che sembra volerci osservare con gli occhi di alcuni personaggi presi a prestito dal cinema autoriale italiano, da Fellini a Pasolini. Queste figure ricorrenti si affacciano su paesaggi urbani portati all’estremo, speculazioni più o meno possibili di città contemporanee con geometrie e segni desunti dal vocabolario di quell’architettura radicale spesso citata come fonte del percorso progettuale di IaN+. Alle città di invenzione si accostano le metamorfosi operate, secondo linguaggi inediti e talvolta provocatori, su progetti di grandi maestri dell’architettura internazionale.

 

La mostra Carmelo Baglivo. Disegni corsari svela un complesso ambito sperimentale che, lungi dall’essere puro esercizio di svago, diventa una necessaria riflessione critica per immagini sulla condizione dell’architettura in una città da ripensare e trasformare. Una ricerca libera nata per alimentare e strutturare la dimensione prettamente architettonica della professione.