ISSN 1973-9702

Novità in Rubriche – Focus

AMERICAN SAPIENZA

Sulle radici statunitensi della Città Universitaria di Roma

di Benedetta Di Donato

 

Il 20 Settembre del 1870 Roma è annessa al Regno d’Italia; l’anno successivo ne diviene capitale. Le ambizioni nazionali sommate a quelle di una nuova borghesia cittadina determinano una stagione di grandi trasformazioni urbane. Proprio ora Roma è al centro dell’attenzione di una parte del panorama internazionale, parimenti Roma guarda alla scena internazionale per costruire la sua propria idea di modernità. In modo particolare nel 1916 Marcello Piacentini, di ritorno da un lungo viaggio attraverso le principali città americane, disegna un piano per la “Grande Roma” dove un anello di parchi e giardini definiva la relazione tra la città esistente e i nuovi quartieri in costruzione. Nel disegno egli immagina di collegare i parchi tra loro attraverso una strada panoramica per garantire “l’illusione di vivere in un paesaggio pittoresco”. Dalla metà degli anni ’20 in poi egli diviene l’architetto ufficiale del regime fascista e responsabile di tutti i principali progetti urbani. Tra questi la città universitaria di Roma. Il progetto per il campus della città universitaria conferma Piacentini quale interprete della lezione d’oltremare in Italia.
Il saggio si propone di esplorare le influenze americane nel lavoro di Piacentini per la Città Universitaria di Roma, con l’intento di illuminare l’idea moderna di Roma con un nuovo sguardo critico.

 

On January 21, 1871 Rome became the capital of the new Kingdom of Italy. A huge transformation occurred between the end of the XIX century and the beginning of the XX, this period having being crucial in order to invent a city able to display National ambitions and a new class identity. This season was highly considered by the international culture and, at the same time Rome looks to the international scene to build its own idea of modernity. In the 1916 Marcello Piacentini drew a plan for the “Grande Roma”. A ring of parks should have isolate the existing city from the under construction neighborhoods. All parks and gardens are connected by parkway able to guarantee “the illusion of living in a picturesque landscape”.
From the mid-20s Piacentini became the official architect of the Fascist regime, during the following years he was responsible for all major roman urban projects. Among all the University Campus of Rome. The project for La Sapienza confirms Piacentini as the main interpreter of the Overseas lesson in Italy. This essay aims to explore the American influences in Piacentini’s work to illuminate the modern idea of Rome with a new critical gaze.

 

Benedetta Di Donato, (1983), laureata in architettura presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” (2009), Dottore di Ricerca in Gestione e Progettazione dell’Ambiente e del Paesaggio (Università degli Studi di Roma “La Sapienza” XXV ciclo), attualmente svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Architettura e Progetto Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Durante il dottorato di ricerca è stata visiting scholar presso il Department of Landscape Architecture della Penn University a Philadelphia. La sua attività di ricerca è concentrata sulle interazioni tra la cultura italiana e statunitense, con particolare attenzione alle relazioni tra scala urbana e paesaggio. Attualmente si occupa del disegno urbano di Roma nella cornice pre e post-unitaria alla ricerca di nuovi modelli per illuminare l’idea moderna di Roma con un nuovo sguardo critico.

Benedetta Di Donato, (1983, Rome), Architect, PhD in Landscape Architecture. Benedetta is currently a Research Fellow at the Department of Architecture and Design of La Sapienza (Rome). During her PhD training she has been visiting fellow at the University of Pennsylvania, Department of Landscape Architecture. Benedetta’ research focuses on the critique of the relationship between landscape and the environment, and on the integration of ecological approach into design process. Now she is working on the interaction between the Italian and US culture, investigating the multi-scalar intertwining between urban fabric and the environment. She is investigating the town design of pre-unitary and post-unitary Rome, unfolding its historical and operational relationship with the Landscape culture.

ROMA. UNA VISIONE TERRITORIALE

Piacentini e la visione geografico territoriale del piano regolatore di Roma

di Marco Pietrolucci

 

È conosciuta e ampiamente dibattuta la storia dei piani regolatori di Roma nelle loro impostazioni generali, nelle direzioni di fondo e nelle (spesso conflittuali) scelte strategiche, molto meno conosciuta, la storia puntuale delle trasformazioni per parti, tassello dopo tassello, dell’intera città. Esiste quindi una critica politica alle diverse impostazioni dei piani regolatori di Roma mentre c’è una generale minore attenzione critica verso le trasformazioni puntuali della città che nel loro insieme costituiscono lo spazio urbano che viviamo quotidianamente. La ricerca che proponiamo si riferisce in particolare al piano regolatore generale di Roma del 1931 e alla città che, a partire da quella impostazione, è stata realizzata tra gli anni trenta e gli anni sessanta del secolo scorso. Si tratta di una porzione amplissima dei tessuti della cosiddetta città consolidata, gli ultimi ad avere avuto una struttura ed un disegno riconoscibile, di maggiore o minore intensità ma comunque identitario, tanto per le singole parti che per l’insieme della città. L’analisi intende promuovere una letttura transcalaredel piano del 1931facendo emergere i rapporti spaziali e di senso urbano tra l’impostazione geografico territoriale complessiva del piano e le scelte urbane e spaziali di dettaglio. La crisi del modello urbanistico avanguardista ci spinge a ripensare il piano regolatore generale come strumento di disegno urbano più che come dispositivo urbanistico a largo spettro: la città come concatenazione logica di progetti e non come campo di azioni meramente programmatorie.

The history of the Urban development plans of Rome is known and widely discussed in their general settings, in the basic directions and in the (often conflicting) strategic choices, much less known, the precise history of the transformations by parts, piece by piece, of the whole city. There is therefore a political critique of the different settings of the Urban development plans of Rome while there is a general less critical attention towards the timely transformations of the city that together constitute the urban space that we live on a daily basis. The research we propose refers in particular to the general plan of Rome in 1931 and to the city that, starting from that setting, was built between the thirties and the sixties of the last century. It is a very large portion of the fabrics of the so-called consolidated city, the last to have had a structure and a recognizable design, of greater or lesser intensity but in any case identity, both for the single parts and for the whole city. The analysis intends to promote a transcalar reading of the 1931 plan by making spatial and urban sense relationships emerge between the overall territorial geographic setting of the plan and the detailed urban and spatial choices. The crisis of the avant-garde urban model drives us to rethink the general regulatory plan as an instrument of urban design rather than as a broad-based urban device: the city as a logical chain of projects and not as a field of merely planning actions. If there is a field in which architecture can and must make its voice heard today, it is precisely that of the city, a field in which a fratricidal war, among architects, has been consummated in the recent past, with extremely negative results for the city and for architecture.

 

Marco Pietrolucci, Architetto e Dottore di ricerca in Composizione Architettonica e Progettazione Urbana svolge la sua attività professionale a Roma. Ha ottenuto nel 2004 il  Master Internazionale  in Progettazione Urbana presso l’Università Roma Tre. Ha svolto attività didattiche presso la Facoltà di Architettura di Roma “La Sapienza”, la Facoltà di Architettura di Pescara Gabriele d’Annunzio” e nei programmi italiani delle Università Canadesi e Americane “Waterloo University” e “Northestern University”. Responsabile del Protocollo d’intesa tra l’Assessorato alla Trasformazione Urbana di Roma Capitale e l’Associazione Confedilizia – Verso l’individuazione di un ambito di Programmazione Strategica del GRA- svolge attività di coordinamento di gruppi di ricerca sui temi della trasformazione e valorizzazione del patrimonio esistente. Ha partecipato a numerosi Concorsi Internazionali di Progettazione ed ha ricevuto numerosi premi, segnalazioni e menzioni.Responsabile della Commissione Urbanistica della Confedilizia di Roma e Lazio. È titolare dello Studio Pietrolucci Studio Associato.